Vale per Corrado
Tenuta La Favola esiste perché c’è Valeria, con lei ho capito che tutto quello che abbiamo non deve essere soltanto preservato ma anche modificato e arricchito della nostra anima. Lei è una dalle grandi idee, una che non si stanca di sognare e nel farlo crea continuamente prospettive e nuovi percorsi ma non pretendete un piano economico, questo per lei è deserto. Vuoi vederla andare nel panico? Chiedile su due piedi quanto fa tre per cinque per due. No, i calcoli non sono decisamente cosa sua. Piuttosto mi affascina la sua capacità di rapportarsi, di intrattenersi con tre persone contemporaneamente passando dall’italiano al tedesco all’inglese. Guai però se qualcuno non le va a genio. Se lei umanamente non sente empatia, se non vede nell’altro il rispetto dei nostri principi, può trovarsi davanti la migliore offerta commerciale ma non ci sarà niente da fare. La risposta sarà no.
Le chiedi un consiglio sui vini? La prima cosa che ti dice è che non ha competenza. Sarà, in effetti lei di formule chimiche e vigna non ne capisce proprio niente, ma stai pur certo che se un vino le piace avrà successo. La vita insieme in azienda con una compagna di viaggio del genere? Una serie infinita di valli verde e tempeste. La peggiore accusa che posso farle quando mi dice che vuole fermarsi, che non vuole procedere oltre su certi sentieri, è rinfacciarle di volere abbandonare questa azienda che ha voluto fortemente. Le ripeto questa frase e lei va fuori di testa. Questo mondo di gioie e preoccupazioni, mi dice sempre, è una parte fondamentale ma pur sempre solo una piccola piccola parte di noi. La nostra vita insieme è tanto altro, questo non devo scordarlo.
Corrado per Vale
Che stress farci una foto insieme! Quello che vedete è uno dei pochi scatti che ci sono stati rubati. E capire la spiegazione su un trattamento o la potatura o qualunque altra cosa che riguarda la vigna? Complicatissimo!
Corrado parla dando per scontato che tu abbia le sue conoscenze, cioè un percorso da agronomo ed enologo con in più un’esperienza universitaria e una storia quarantennale come dirigente ricercatore in istituti di ricerca. Talvolta torna dal suo giro quotidiano tra le vigne e mi dice qualcosa come “le piante giù in fondo stanno soffrendo”. Quando gli chiedo da cosa lo capisce mi guarda esterrefatto, non riesce a capacitarsi come certe cose non si sentano. Ci ho messo tempo a capire cosa intende. Non è solo cultura enologica, studio, pazienza, responsabilità verso la vita che custodisce.
In queste piante, in queste zolle c’è lo spirito dei suoi antenati, l’amore della sua famiglia, l’orgoglio caparbio di un siciliano legato alla terra, la visione di un mondo decoroso, un senso antico del dovere e della parola data, un grazie profondo a chi gli ha fatto questo dono. Non è solo questione di conoscenze ed esperienze, lui è questa terra, ne sente il respiro, la percepisce al primo sguardo come un padre attento col figlio. Accanto, dietro, attorno, insieme a questo suo mondo di sentimenti complessi, in questo piccolo angolo di paradiso ci siamo noi – le nostre figlie ed io – la cagnetta, le asine, le cavalle, un mondo tutto al femminile come d’altronde la vigne e le piante.
Come non amare un uomo così tenero e cocciuto?
la nostra STORIA
UN PROGETTO INIZIATO DUECENTO ANNI FA
Nella prima metà del 1800 il bisnonno Giuseppe Di Natale si trasferisce da Siracusa a Pachino e acquista diverse proprietà tra cui il fondo Buonivini, una collina coltivata a vigneti di Nero d’Avola, olivi e carrubi su cui sorge una masseria attrezzata di impianto di vinificazione e oleificio. Le uve vengono vinificate presso i palmenti di Buonivini, con i carretti il vino viene poi trasportato nei depositi di Marzamemi e qui imbarcato sui bastimenti a vela della famiglia per il commercio con l’Inghilterra attraverso Malta e con i mercati italiani attraverso Genova.
Tra la fine dell‘800 e gli inizi del ‘900 l’azienda è fiorente e la masseria è già un punto di riferimento fondamentale per la zona che viene indicata sulle cartine come “Case di Natale”. Qui confluiscono, nel periodo di vendemmia, fino a 50 operai provenienti dall’altopiano ragusano.
A fine secolo Giuseppe Di Natale crea a Pachino col partner Antonna uno scagno, un centro in cui i mediatori, per mezzo dei sensali, si procurano il vino richiesto dai grandi commercianti del Nord. In questo periodo nasce la società “Di Natale-Antonna” per il commercio del vino, di cui il bisnonno resta presto unico proprietario. La Rivista commerciale industriale ed agricola della Sicilia del 1903 la elenca tra le attività commerciali più rappresentative della zona.
Nel 1908 Buonivini passa nelle mani del figlio Don Corrado, uomo di grande equilibrio e carisma come attestano le numerose dichiarazioni di stima pubblicate, anche sotto forma di poesie, da chi lavora con lui.
Nel 1936, in seguito alla forte crisi dei mercati, i prezzi delle uve e del vino crollano e gli scagni ne approfittano per immagazzinare ingenti quantità di prodotto. I contadini ridotti alla fame insorgono bruciando il dazio e saccheggiando tutti gli scagni tranne quello di Don Corrado, unico, tra tutti i commercianti, ad essersi rifiutato di soffocare i contadini acquistando il vino a basso prezzo. All’azienda si aggiungono in questo periodo altri terreni ad alta vocazione vinicola.
Nel 1949, ancora in vita Don Corrado, fondo Buonivini passa come bene dotale alla figlia Maria, che insieme al marito Avvocato Angelo Gurrieri condivide la grande passione per la campagna. L’azienda subisce profonde trasformazioni: viene incrementata la superficie vitata a Nero d’Avola, vengono ampliati palmento e cantina con una capienza di circa 1200 ettolitri e viene acquistata la Gisira sulla quale, dopo rilevanti interventi di bonifica, vengono impiantati agrumeti e vigneti. In questi anni la vendita dell’olio e del vino avviene direttamente in azienda.
Intorno agli anni 80 anche la viticoltura della zona risente della crisi del mercato del vino. E’ un periodo di grande fermento durante il quale le tradizionali colture (vino, olio e carrube) vengono sostituite dalla serricoltura. Maria e Angelo Gurrieri, supportati dal figlio Corrado agronomo, si impegnano a non tradire la tradizionale vocazione dei terreni e anzi incrementano la superficie vitata impiantando 5 ettari di vigneto a Moscato bianco per la produzione del DOC Moscato di Noto, acquistano un impianto fotovoltaico per la produzione di energia rinnovabile.
Nel 1990 i coniugi Gurrieri cedono la titolarità dell’azienda Buonivini al figlio Corrado che, incoraggiato dalla moglie Valeria, attua una strategia di ristrutturazione aziendale a medio e lungo termine:
- utilizza tecniche di coltivazione biologica certificate;
- comincia un ciclico rinnovo dei vigneti con metodi agronomici ottimali nel rispetto della tipicità della zona
- incrementa e razionalizza la superficie olivicola;
- acquista altri terreni circostanti rinomati per la qualità del vino prodotto;
- effettua il restauro conservativo dell’antica masseria;
- recupera le abitazioni contadine ed i magazzini
- acquista un piccolo oleificio ad uso aziendale.
Il 2002 segna una svolta per l’azienda. Grazie al sostegno di amici toscani e del giornalista Cristoforo von Ritter inizia la produzione e l’imbottigliamento del DOC Eloro Nero d’Avola La Favola, la cui etichetta è frutto della creatività di Franca von Ritter.
Oggi, dopo 4 generazioni e 200 anni di storia, Tenuta La Favola è un’azienda affermata sui mercati internazionali e vanta:
- doppia certificazione biologica italiana e svizzera
- campi sperimentali sulla biodiversità
- impianto fotovoltaico per la produzione di energia rinnovabile
- progetti multiculturali e residenze per artisti con il progetto Bridge Art.
la nostra TERRA
NEL LEMBO PIU’ A SUD D’ITALIA
L’azienda sorge su una collina nella punta più meridionale della Sicilia. A Nord ha il pennacchio di fumo dell’Etna, a Sud l’azzurro del Mar Mediterraneo e del Mar Ionio. Le strade in mezzo ai filari sono bianche di calcare e la notte, quando splende la luna, la terra brilla. E’ la zona delle migliori aziende vinicole del Sud-Est, la culla del Nero d’Avola. Un piccolo angolo di Paradiso in una contrada che a buon diritto si chiama Buonivini.